Pisa, Salerno, Pinerolo, Palermo, Udine, Macerata.
Ottobre-novembre 2017. Il Festival delle Generazioni arriva a Pisa in sinergia con Internet Festival. Dal 5 all’8 ottobre la mostra multimediale è allestita all’ex Convento delle Benedettine su Lungarno Sonnino. Fra scuole (circa 30 classi), famiglie, turisti e cittadini il pubblico sfiora le 5.000 presenze in 4 giorni. Tutto esaurito anche per l’vento-live “Racconti di Generazioni” – 7 ottobre, circa 100 presenze in auditorium – allestito in collaborazione con il gruppo teatrale “I Sacchi di sabbia”. Dal 12 al 20 ottobre la mostra è allestita a Macerata, nel suggestivo ambiente degli Antichi Forni. Anche nelle Marche tanti visitatori e tante attività: workshop con le scuole ed evento-live in collaborazione con il gruppo Musicultura. Il 4 novembre l’istallazione è nuovamente a Pisa, per l’inaugurazione del centro interculturale e intergenerazionale Officine Garibaldi.
Giugno 2017. Il Festival delle Generazioni sbarca a Salerno inserendosi all’interno della quinta edizione di Salerno Letteratura. Tra i numerosi eventi, che si terranno dal 17 al 25 giugno, presso il Tempio di Pomona sarà visitabile la mostra “Oltre le generazioni: tra vita quotidiana e futuri condivisi”. Venerdì 23 giugno un’intera giornata ricca di appuntamenti con incontri e spunti di riflessione per ciò che riguarda il futuro e il confronto tra le generazioni.
Settembre 2016. Il tour di Oltre le Generazioni ci ha visti in giro per tutta Italia seguendo il filo di associazioni e contatti individuati con il prezioso contributo di Anteas (Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà) e FNP-Cisl (Federazione Nazionale Pensionati): più di 200 interviste in 6 diverse città.
Questa impresa è stata possibile grazie alla sinergia tra Anteas Nazionale, FNP-Cisl Nazionale, MemorySharing e Nanof e grazie a ciascuna delle realtà di volontariato locali e a ogni singola persona che ha aiutato questo ricco processo di raccolta. Grazie all’entusiasmo e alla disponibilità che ciascuno ha messo in gioco, all’ospitalità che abbiamo incontrato ovunque e alla voglia di raccontarsi e intrecciare con noi una fitta rete di scambi che ha dato vita a questo ricco mosaico di generazioni a confronto.
Si ringraziano per la preziosa collaborazione: Sofia Rosso (Presidenza Anteas Nazionale), Francesca Zaffino (FNP-Cisl Nazionale), Germana Busacca (FNP-Cisl Nazionale), Laura Gatti (FNP-Cisl Nazionale), Matteo De Gennaro (FNP-Cisl Nazionale), Maria Grazia Puoti (Segreteria Anteas Nazionale), Massimiliano Colombi (FNP/Anteas Nazionale), Giulia (Progettazione Anteas Nazionale); Anteas Campania, Anteas Salerno, FNP-Cisl Salerno, Anteas Piemonte, Anteas Pinerolo, Anteas Torino, FNP-Cisl Pinerolo, Anteas Sicilia, Anteas Palermo, FNP-Cisl Palermo, Anteas Friuli, Anteas Udine, FNP-Cisl Udine, Anteas Toscana, Anteas Pisa, FNP-Cisl Pisa, Anteas Marche, Anteas Macerata, FNP-Cisl Macerata.
Diario di viaggio – Il Tour tappa per tappa
Pisa – 18 luglio 2016 – tappa 0 del tour
Tutto ha inizio qui, in una calda giornata di metà luglio nella biblioteca dell’ex Convento dei Cappuccini in San Giusto, a Pisa. Nel mattino presto allestiamo il set: telecamera, luci, audio, un paio di sedie e il desiderio di iniziare questo viaggio tra le storie delle persone che incontreremo. E’ tutto pronto, aspettiamo nell’ampio giardino che inizino ad arrivare. Non sappiamo bene cosa aspettarci, né quante persone verranno. Solo pochi giorni prima abbiamo parlato con Vittorio, Graziella e Gabriello. Loro tre ci saranno, ce l’hanno assicurato, per affidarci le loro storie e le loro parole, ma non sanno quante altre persone riusciranno a trovare per le interviste: del resto è metà luglio, non sarà certo facile tra il caldo e le ferie.
E invece, con grande sorpresa, eccoli arrivare insieme a tanti altri, uomini, donne e bambini, generazioni diverse che vengono a raccontarsi con l’entusiasmo di partecipare a un grande mosaico. In così poco tempo sono riusciti in un’impresa difficile e ci hanno consegnato ben dieci testimonianze. Poi ci sono altri amici pisani, tre famiglie intere e il mitico Renato. Non avremmo potuto sperare in un inizio più ricco!
Tra chi arriva e chi va, raccontiamo cosa stiamo facendo: siamo qui per costruire tutti insieme un grande puzzle, dove ognuno rappresenta un tassello piccolo ma unico, per mettere a confronto le generazioni su dieci temi-chiave e per riflettere su come evolve la percezione di questi temi comuni, su cosa cambia e cosa resta a cavallo tra generazioni differenti.
Pisa ci ha regalato in tutto ventitré interviste. Niente male come giornata di partenza! Ora che il set e le domande sono rodati, possiamo partire per la raccolta in giro per l’Italia; basterà soltanto aspettare che passi questo caldo agosto…
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Salerno – 1 settembre 2016 – tappa I del tour
Bella Salerno, ci siete mai stati? La città ci accoglie oziosa in una giornata calda e umida. E’ evidente, ha appena piovuto, ma non abbastanza da dimenticare l’estate. Il centro sociale che ospita il set delle riprese è aperto ma ancora deserto, sospeso in un limbo pomeridiano pre-settembrino.
“Siamo di Nanof, siamo qui per le interviste”. Giusto il tempo di allestire il set e già la piccola sala si affolla di genti, di volti e di storie che fremono per essere raccontate e raccolte. Sembra che questo progetto sia un contenitore, una specie di barattolo aperto, uno specchio dei tempi che passano, e cambiano, oppure restano, per certi aspetti, immutati nel sentire comune.
Porre le stesse domande a persone diverse, a generazioni diverse, a padri, nonne, figlie, nipoti, ci renderà il senso di una babele collettiva o di un filo comune che ci intreccia al vissuto di tutti, alla vita?
Cerchiamo di intravedere in questi occhi di donne e di uomini, ancorati sui volti che ci si parano davanti, quali possano essere i tratti di unione e i confini che ci distanziano. Sulla soglia di questi specchi affiorano immagini variegate: troviamo amori per sentito dire – “Eh l’amore… e chi l’ha mai visto? Certo ho un marito… ma prima ci si sposava per sistemarsi, l’amore invece è quello che si vede in tv”, ci raccontano di crociere di sette giorni che sembrano sette anni di felicità, di figli che appartengono al mondo e non ai genitori – “Tu fai un figlio ma non è mica tuo, lo doni al mondo”, di mariti scomparsi con cui scambiare due parole la mattina prima di uscire di casa – “Io vado a messa, speriamo non mi facciano male le gambe!”, aspettative, sogni, consapevolezze che solo l’esperienza di una “certa età” può regalare.
Sedici persone ci hanno affidato le loro storie questo pomeriggio, un raccolto intenso e concentrato. E’ la sera del primo settembre 2016 e in lontananza i fuochi di artificio ricordano felicità vaghe e condivise, la notte comincia a calare e una nuova giornata ricca di storie si avvicina imperterrita. Andiamo a dormire.
La mattina del secondo giorno comincia più rilassata, all’alba siamo usciti per fotografare il lungomare salernitano: una lunga passeggiata da piazza della Concordia fino al porto turistico, accompagnati da un panorama mozzafiato che abbraccia tutto il golfo.
“Questa città è ordinata” ci ha detto Giuseppe, che da due giorni ci fa da Cicerone. Dopo il terremoto dell’80 con quattro ore lavorative hanno tirato su questo e altri centri solidali nei comuni qui intorno, dice. Questa è gente appassionata, si vede che hanno dedicato una vita “a far stare un po’ meglio chi ha bisogno” come dice Matteo.
Altre sedici persone ci aspettano nelle sale del centro sociale di via Viscusi oggi, sedici interviste che rivelano vissuti personali e preziosi. Ida ci racconta di quella volta che da bambina si è tuffata nel grano appena tagliato “Poi sono stata malissimo” dice sorridendo “ma in quel momento ho provato un piacere immenso”. Rafaela, giovane studentessa originaria del Brasile, chiede incuriosita “Cosa ci domanderete? Io non mi sono preparata!”. Non serve prepararsi, non domandiamo niente che non sappiate, si parla di voi, della vostra vita, di quello che pensate su temi che appartengono alla vita di tutti. Poi sarà possibile confrontare le risposte dei nonni con quelle dei bimbi, il vissuto dei padri e delle madri, le risposte nelle diverse città, per vedere cosa cambia e cosa resta.
Le foto, gli occhi, le mani compongono il vivace mosaico che ci ha regalato Salerno, la promessa è quella di rivederci presto a Firenze, dal 13 al 15 ottobre. Appuntamento al Festival delle Generazioni.
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Pinerolo – 5 settembre 2016 – tappa II del tour
Un ringraziamento speciale a una persona speciale che ci ha accolti, consigliati, trasportati e sopportati con grande disponibilità e sempre col suo bel sorriso: Olga Maranetto (Anteas Pinerolo). Grazie a tutti quanti si sono prodigati per la buona riuscita della tappa di Pinerolo: Francesca Boschetto (Presidente Anteas Torino), Claudio Vespasiano (Presidente Anteas Piemonte), Agnese Boni (Anteas Pinerolo) per la squisita collaborazione, Tiziana Salmistraro (FNP-Cisl Pinerolo), Maria Grazia Delle Fave (Anteas Torino), Elena Mosso (FNP-Cisl Pinerolo), Luciana Girotti (Anteas Torino), Isabelle Bekka (Vol.TO). E grazie ai tanti volontari Anteas che popolano Pinerolo e che ci hanno prestato le loro storie: Patrizia Chiarbonello (Anteas Pinerolo), Elio Pianario (Anteas Pinerolo), Amedeo Carfagno (Anteas Pinerolo), Carlo Baldissin (Anteas Pinerolo), Giuseppa La Monica (Anteas Pinerolo).
Un viaggio tortuoso e divertito quello per raggiungere la seconda tappa del tour [abbiamo rischiato di perdere la coincidenza e anche di restare inesorabilmente chiusi, per sempre, nel vagone ristorante] ma alla fine siamo riusciti ad arrivare tutti quanti, sani e salvi, a Pinerolo. Siamo qui per raccogliere nuove storie di vita tra generazioni diverse.
Ci accoglie Olga con la sua spassosa frenesia e uno stile di guida tipico di chi non usa mai l’auto in città. Ne siamo certi, ci divertiremo. Nel pomeriggio Olga ci accompagna alla casa di riposo Madonna della Misericordia dove ci aspettano 5 ospiti, 5 donne dall’aria straordinariamente tenera: Rosina, 87 anni; Jolanda, 83; Albertina, 89; Maria, 89 e Amalia, che ci saluta così “Ciao, sono Amalia. Ho 100 anni e tanta voglia di vivere!”. “Amalia è mia mamma” dice Olga, e ci mostra orgogliosa una miriade di foto in bianco e nero della madre giovane e giovanissima.
Qui hanno lavorato tutte per Agnelli, in un modo o nell’altro, in un tempo o nell’altro. Jolanda per esempio. Occhi azzurri e una testa inanellata di riccioli, ci racconta che da bambina ha viaggiato al seguito della famiglia Agnelli, di cui la mamma era segretaria. “Viaggiavo per il mondo e ho conosciuto moltissime cose. Viaggiavo anche con i calciatori della Juve, li conoscevo tutti, e per parlare con loro, che arrivavano da ogni parte del mondo, ho finito per imparare le lingue”. Nel tempo Jolanda se n’è andata a Londra per diplomarsi nello studio dell’inglese, sicuramente una pioniera della sua generazione.
E’ la mattina del secondo giorno a Pinerolo e abbiamo raccolto fin qui 62 storie, tessere di un mosaico che stiamo componendo con il vissuto delle persone che incontriamo. Ognuno porta un piccolo contributo, prezioso e intimo, che sull’ordito dei nostri argomenti diventa un filo di trama da una cimosa all’altra, da una generazione all’altra, da una città alla prossima.
“Ci vuole fortuna” dice Carlo, 73 anni, mentre Donato, classe 1936, dietro una lunga barba bianchissima e un sorriso sornione ci confida “Io non vorrei mai vincere alla lotteria!”. Ci sono anche Giusy e suo nipote Filippo tra gli intervistati di oggi, sposata a 13 anni lei, madre a 23, oggi è nonna di Filippo e bisnonna di una bimba appena arrivata. “L’amore l’ho conosciuto per tre mesi a 50 anni” ci racconta, e ricorda di non aver mai giocato. Filippo invece è un gran lettore, ha 10 anni e sogna di diventare veterinario per cani e leoni, i suoi preferiti. Con i suoi occhietti furbi e un grande entusiasmo ci ricorda irrimediabilmente il protagonista di “Up”.
L’ultima sessione di interviste ci regala l’esperienza di tre giovani tra i 15 e i 18 anni. Benedetto ha 18 anni, si è fidanzato durante un campo estivo della chiesa e ci racconta che per lui la felicità è stata una vacanza in montagna con lei; Matilde, 15 anni, vede il futuro nel mondo tecnologico e dice “Innamorarsi significa non capire più niente”. Non vede l’ora di diventare grande.
Lorenzo, Marco, Elena, Giuseppe, Tiziana… ognuno ci ha affidato la propria storia, la tela si infittisce ed è già l’ora di lasciare Pinerolo alla volta della prossima tappa: Palermo.
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Palermo – 7 settembre 2016 – tappa III del tour
Il nostro grazie di cuore alle splendide persone che ci hanno aperto le porte di Palermo e ci hanno accolti con straordinaria ospitalità, mostrandoci la città e rendendo il nostro soggiorno un paradiso di gusti e convivialità: Rosaria Aquilone (Presidente Anteas Sicilia), Armando Zanotti (Presidente Anteas Palermo) e Carlo Albanese (Anteas Sicilia). Grazie al nutrito gruppo FNP-Cisl che ha reso possibile la tappa Palermo: Mimmo Di Matteo (FNP-Cisl Palermo), Francesca Lo Monte (FNP-Cisl Sicilia); grazie a quanti si sono spesi per portare alle nostre telecamere le storie più belle del loro territorio: Giovanna Badalamenti (FNP-Cisl Palermo/Anteas Palermo) per il progetto “Dialoghi in musica tra generazioni studenti e anziani”, Gaspare Crivello (FNP-Cisl Palermo), Maria Grazia Sclafani (orchestra infantile Quattrocanti), Diletta Parisi (ass. NoColors). Un ringraziamento speciale a George Julius Cabri e grazie ancora per la simpatia e la disponibilità a Teresina Fodale (FNP-Cisl Trapani), Caterina Caravello (Anteas Palermo), Loredana Santocito (Anteas Palermo), Laura Zambito (Anteas Palermo), Filippo Solito (Anteas Palermo), Mirteo Bernocchi (Anteas Palermo)
Pedi unu, pedi dù, pedi tri, pedi quattru,
pedi cincu, pedi sé, pedi setti, pedi ottu,
tirituppiti tirituppiti e biscottu.
“E lu campanaru te lo ricordi?” si chiedono Rosaria e la signora Daniela. Eccome se lo ricordano, erano i giochi da bimbetti che facevano per strada. A Isola allora, dice Daniela, 65 anni, le strade erano quattro, non di più “e mica asfaltate!”. I marciapiedi erano larghi invece e le donne si mettevano fuori a fare la maglia e a badare ai bambini. “Raccontaci una favola Daniela” le dicevano le mamme e lei cominciava a inventarne una. Vedeva una patata e s’inventava una favola su quella patata, che magari diventava regina e non la smetteva mai di inventare e raccontare.
Siamo a Isola delle Femmine per intervistare Gaspare, storico banditore all’asta del pesce, e Salvatore, 71 anni, pescatore che il mare lo solca da quando ne aveva 9. Tra i ricordi dei giochi d’infanzia e i racconti di antichi mestieri, salutiamo Palermo che ci ha accolti con grande calore e straripante ospitalità nei due giorni precedenti.
Due sere prima l’atterraggio all’aeroporto Falcone e Borsellino. L’aria era tiepida e clemente sul marciapiede degli arrivi, ma intanto Palermo città era sotto un diluvio prepotente, come a ricordarci che questa bella Trinacria è una terra dalle tante contraddizioni e dagli aspetti variegati.
Alice è la prima degli intervistati, ha 9 anni, professione: bambina. E’ qui con suo fratello, i due cugini e nonno Filippo, due generazioni incollate in nome di un affetto smisurato. Poi c’è la famiglia di Giovanni, 83 anni e sposo novello della dolcissima Diana, anche lui qui con i nipoti per raccontarci la sua generazione, l’amore e le poesie che scrive. Tanti i volti e le storie raccolti a Palermo, in una sessione serratissima di interviste: ci sono padre e figlio Cascino, chef rinomati da tre generazioni; la splendida famiglia di nonno Francesco, atleta e poliziotto; Ignazio e Ferdinando, due generazioni nell’edilizia; ma anche la maestra Teresina, Salvatore, Anna Maria e tutti i ragazzi musicisti del progetto di connessione tra le generazioni attraverso la musica e il canto, come ci racconta orgogliosa la preside Giovanna.
Un’altra bella faccia di Palermo è quella che ci hanno mostrato la cooperativa onlus NoColors per l’inclusione sociale e l’orchestra infantile Quattrocanti. I bambini dell’orchestra, di 12 etnie diverse, seguono il metodo Abreu di insegnamento della musica, un metodo non convenzionale basato sullo spirito di collaborazione e l’aiuto reciproco. E’ così che abbiamo conosciuto Aniston e Samuel, nati a Palermo da genitori cingalesi il primo, ghanesi il secondo, entrambe con grandi aspettative per il futuro; Sonia, tunisina neodiciottenne che studia per insegnare e lavorare nel sociale, l’esuberante Nino, George e sua figlia Mariella Cindy dalle Mauritius e Oscar, 26 anni, che proviene da Stoccolma e si è stabilito a Palermo per imparare a produrre vino. Tutte storie di integrazione sociale e di progetti che funzionano nella quotidianità e sul lungo termine.
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Udine – 12 settembre 2016 – tappa IV del tour
Per il tour Oltre le Generazioni la leggendaria efficienza udinese ha assunto il volto di tre splendide persone: Renata Della Ricca (Segretario Cisl UST Udine), Ennio Enzo Toniutti (Segretario Gen. FNP-Cisl Udine) e Dario Munini (Collaboratore FNP-Cisl Udine), che ci hanno accolto con grande simpatia e cordialità e ci hanno condotto tra le prelibatezze di Udine e i luoghi più belli (al netto del GPS). Grazie di cuore. E un sentito ringraziamento anche a chi ha reso possibile il nostro progetto nella città friulana: Giulio Greatti (Presidente Anteas Friuli VG), Amos D’Antoni (Presidente Anteas Udine), Battista Schincariol (Presidente Anteas Carlino), Renata Maresia (Coordinatore RLS Udine), Paolo Mason (Segretario Cisl UST Udine). Grazie ancora ai volontari che hanno offerto le loro storie alle nostre telecamere: Maura Maria Caisutti (Volontaria Anolf), Paola Burlon (Anteas), Flavia Della Negra (Presidente Anteas Lestizza), Admir Musliju (Presidente Anolf), Viktoriya Skyba (Collaboratrice Anolf), Adriano Saccomanno (RSU Cisl-scuola Udine), Mascia Merlino (Collaboratrice Cisl Udine), Antonino Pertoldi (Anteas Lestizza), Loredana Pertoldi (Anteas Lestizza), Adriano Moretuzzo (Anteas Codroipo), Bruno Traspadini (Presidente Anteas Codroipo), Anna Pignatta (RLS FNP-Cisl Palmanova), Roberto Pistrino (Anteas Lestizza), Mirella De Boni (Anteas Lestizza), Ivana Turchetti (Anteas Lestizza), Massimo Ferigo (Collaboratore CAF), Stellina Petazzo (Anteas Lestizza). Un grazie speciale lo rivolgiamo ad Alessandra Beltrame per la sua preziosa collaborazione e ad Andrea Boel (Osteria Il Canarino) per l’ospitalità davvero squisita.
Qui è appena terminato Friuli Doc e per le strade stanno smontando in fretta gli stand che per quattro giorni hanno trasformato la città nella vetrina della produzione enogastronomica di questa regione.
Siamo arrivati a Udine, Udin in friulano, Udine in veneto, Videm in sloveno, Weiden in tedesco antico, Bain in timavesela. E’ la quarta tappa del nostro tour a caccia di storie di generazioni e ad accoglierci ci sono Ennio e Renata. Dal primo pomeriggio incontriamo molti volti e nuove storie, quella di nonno Giovanni, col figlio Danilo e la nipote Veronica, tre generazioni di imprenditori agricoli, del giovane Valentino che studia organo e canto lirico al conservatorio dopo una laurea in filosofia, fino alla storia della famiglia Vogrig, padre e figlio, che hanno creato un’industria artigianale a partire dalla ricetta della nonna: la Gubana, il dolce tipico delle Valli del Natisone che richiede tre giorni di lavorazione e la passione di tre generazioni.
La sera ci portano a cena all’osteria il Canarino, dove conosciamo Andrea, cuoco e oste di terza generazione, che domani ci parlerà del nonno, del padre e della madre. E domani intervisteremo anche il figlio Sebastiano, giovanissimo sulla strada della ristorazione, e Mathieu, 18 anni compiuti da poco, timidissimo, ma esempio formidabile di come tradizioni e valori possano trasmettersi fra le generazioni anche fuori dalla famiglia. Ancora minorenne Mathieu fa il giro dei locali di Udine, uno per uno, alla ricerca di un lavoro per vivere e sostentarsi da solo, e proprio al Canarino Andrea lo accoglie in cucina, trasmettendogli piano piano la tradizione centenaria dell’osteria.
Dopo la cena e la scoperta dei tesori culinari udinesi, compresa la Gubana, ci lasciamo guidare dal buon vento in giro per le vie e le piazze della città, fino al Loggiato del Lionello, nella piazza più antica del “salotto del Friuli”, proprio sotto il colle del Castello e l’Angelo, simbolo di Udine, che svetta nella sua veste dorata in cima al campanile indicando la direzione dei venti.
Dagli incontri di questi due giorni appare chiaro che la cura per la memoria ha un ruolo fondamentale in queste terre. In tanti e tante se ne occupano qui, come Ulderica, rinomata fotografa e donna carnica che ha dato vita a un luogo della memoria, o meglio “un piccolo posto dei sogni”, come lo definisce lei, a Ravascletto. Un edificio del 1700 chiamato “Da Duga” riadattato a laboratorio e atelier di esposizione, ma anche luogo d’incontro per condividere con gli altri la memoria della sua Carnia. A parlarci di Ulderica è stata Alessandra, nota penna udinese prestata a Milano ma radicata alle sue origini friulane e innamorata della sua terra.
Anche la nostra Renata lavora sulla memoria e sugli scambi intergenerazionali di saperi e tradizioni. Ci racconta che ogni anno 16 scuole superiori, a turno, sono invitate a partecipare al progetto “Staffetta generazionale” che stimola il confronto e lo scambio di conoscenze tra giovani e adulti e premia gli elaborati più interessanti con borse di studio. “Se il nonno non racconta e il nipote non ascolta, si rompe la catena della sapienza”.
Nell’ultimo giorno di interviste a Udine incontriamo anche tanti bambini, Martina e Davide, Anna e la sorellina Lucia, ma sopratutto incontriamo Giovanni, un sorriso largo e divertito e una carta d’identità che riporta la data di nascita 14/02/1912!
E’ già tempo di lasciare la città del Tiepolo, modello europeo per la valorizzazione dell’invecchiamento, il cosiddetto Healty Ageing, ma il viaggio prosegue e ci dirigiamo verso la prossima tappa che ci vede diretti nel centro Italia.
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Macerata – 15 settembre 2016 – tappa V del tour
Grazie a quanti, a Macerata, ci hanno aperto le porte della città mostrandoci la faccia del volontariato maceratese e regalandoci tante belle storie: in particolare grazie a Piergiorgio Gualtieri (Anteas Marche), che ci ha fatto da squisito cicerone, e a Silvia Spinaci (responsabile AST Macerata), Dino Ottaviani (Segretario FNP-Cisl Marche), Massimiliano Colombi (FNP-Cisl/Anteas Nazionale) per aver reso possibile la tappa V del tour Oltre le Generazioni. Grazie di cuore anche ai volontari che si sono prestati con grande disponibilità al gioco: Paolo Giustizi (Volontario Anteas Macerata), Celeste Amelia (Volontaria Croce Verde), Franco Forti (Volontario Anteas Macerata), Giovanni Pazzelli (Volontario Anteas San Ginesio), Nicoletta Boria (Cisl Marche), Eleonora Martelli (Cisl Marche). Un ringraziamento speciale alla famiglia di Maccario Aureli, Silvana Belfiori, Barbara Aureli, Mario Aureli e Massimo Fondi per la bellissima ospitalità e per le parole che ci hanno regalato.
Macerata sacra. Macerata dei legati pontifici della Marca d’Ancona, dell’Università e di padre Matteo Ricci, missionario gesuita, scienziato e matematico che fu l’unico occidentale accettato nella purpurea città proibita dall’Imperatore di Cina.
A raccontarci della città e dei suoi personaggi è Piergiorgio, che ci accoglie e ci fa da cicerone attraverso i luoghi cittadini e i suoi dintorni.
Perché Macerata non sta solo dentro l’imponente cinta muraria del XV–XVI secolo, ma anche nella campagna circostante, che non è solo campagna, è anche la patria di tante piccole realtà artigiane radicate nel territorio e che resistono con tenacia. Andiamo a incontrarle subito. Ci sono padre e i due figli della famiglia Illuminati, falegnami da tre generazioni, che hanno iniziato l’attività nel 1941 con il nonno Costantino e adesso proseguono adattandosi ai criteri di sostenibilità nel rispetto della natura che li circonda e li sostiene. Alzando lo sguardo sui colli dietro la falegnameria non si può fare a meno di capire il perché “vedi quella torre?” mi dice Federico “ecco, a destra della torre lo vedi? Quello è l’ermo colle”.
Da qui ci dirigiamo all’azienda della famiglia Cartechini. Loro sono fabbri, anche loro da tre generazioni. Il nonno ci racconta la sua passione per l’orto e l’agricoltura. “Erano metalmezzadri” dice il figlio Alberto “un’invenzione di Aristide Merloni” ovvero eroi del modello industriale marchigiano prestati al lavoro operaio negli intervalli della fatica nei campi.
La giornata si conclude con una bella storia di migrazione e di inclusione sociale. A raccontarcela sono due giovani: Eirmir e sua moglie Vilma, che provengono dall’Albania, scappato con il padre lui quando aveva 11 anni, giunta più di recente lei; con loro il nonno Tonin e il piccolo Nikola. Il Tg direbbe che è un emigrato di terza generazione, lui direbbe semplicemente che è di Macerata.
La seconda giornata a Macerata ci porta le storie di tante donne e ragazze: incontriamo Celeste, studentessa di medicina e volontaria sulle ambulanze della Croce Verde, Giada, Beatrice e Adelaide, tre generazioni di matematiche a confronto, poi ci sono le ragazze scout Serena e Agnese, la suora samoana Eseta, dalla voce potente e dalla risata irresistibile. Tanti gli spostamenti in questa giornata, finché non arriviamo, a tarda sera, all’ultima tappa: Pievebovigliana, un piccolo comune di 800 anime a ovest di Macerata, ai piedi del parco dei monti Sibillini.
E’ qui che conosciamo la famiglia Aureli, ultimo regalo di queste terre e ultimo incontro del tour Oltre le Generazioni per Festival delle Generazioni. Li intervisteremo domani, dopo una buona dormita, placida e ristoratrice, qui nel loro agriturismo.
Dopo una buona colazione preparata dalla signora Silvana ci facciamo raccontare la loro storia: una storia di uomini, donne e trattori, quella della famiglia. Gli uomini sono di cinque generazioni. C’è nonno Maccario, che da quando è piccolo si occupa di un fazzoletto di terra fra Macerata e Camerino. Ci sono il figlio Mario, che ha abbandonato gli studi, anche se era parecchio bravo, perché la terra lo chiamava, e la figlia Barbara. Insieme hanno deciso di trasformare quel fazzoletto di terra in una tenuta di più di cento ettari con un agriturismo annesso, dove la nonna Silvana cucina piatti antichi. E il nipote Massimo, figlio di Barbara, che vede il nonno e lo zio sempre sul trattore, ora lo vuole guidare anche lui.
Prima di salutare questa sorprendente famiglia, ci portano a fare un giro della proprietà, mostrandoci gli animali, le terre che si estendono a cavallo tra cinque comuni, e tutta la loro passione per la terra.
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